Il mito del cantautore da Nobel

Robert Allen Zimmerman, nome che a primo impatto non dice nulla , ma che è il nome di battesimo di nientemeno che Bob Dylan.

“Cosa c’entra con la letteratura?”

Ecco le parole del famoso scrittore italiano, Alessandro Baricco, per commentare la vittoria del premio Nobel per la letteratura di Bob Dylan. Questa solo una delle tante critiche mosse dal mondo dei letterati che trovano inadeguato che un cantautore, musicista, sia considerato al pari dei grandi scrittori.

Chi invece si ritrova in questo paragone è riuscito  a cogliere il vero motivo della sua vittoria: la profondità dei suoi testi, che è anche alla base della sua grandissima fama, del “mito” di Bob Dylan.

 

Dylan non è il classico cantautore che produce musica commerciale al fine di far soldi, al contrario il suo intento era ed è tutt’ora quello di fornire messaggi universali validi al di là dei cambiamenti della storia. Non canta di una storia d’amore, ma dell’ idea di amore. Non canta di una guerra, ma del concetto di guerra. Non canta di grandi uomini, ma dell’intero genere umano.

 

L’abilità del pubblico consiste nel “codificare” in un certo senso alcuni suoi testi che possono non risultare chiari, col fine di potersi immedesimare e rivedersi nelle parole del cantante, nei sentimenti e nelle sensazioni da lui descritte.

Nella discografia di questo autore, non c’è ripetitività, ogni canzone è una storia, ogni canzone è un sentimento diverso, ma la canzone esempio che potremmo prendere in considerazione è  Blowin’ in the Wind. Questo brano è da molti considerato il manifesto della generazione dei giovani statunitensi disillusi dalla politica portata avanti negli anni qinquanta e sessanta dal loro paese e sfociata dapprima nella guerra fredda e poi nella guerra del Vietnam. Tuttavia se analizziamo la canzone in maniera più approfondita notiamo che Dylan si sofferma su importanti tematiche sociali ed esistenziali. In particolare, al centro della sua visionaria poeticità sono il senso della condizione umana e l’incapacità dell’uomo di ripudiare in maniera definitiva e totale ogni tipo di guerra. Nel ritornello, rivolto metaforicamente  a un ipotetico amico, nel quale si potrebbe identificare l’intera umanità, viene data una risposta che lascia uno spiraglio all’ottimismo: una risposta che c’è, e a portarla basterà un soffio di vento.

Questo tipo di analisi può essere fatta anche per un altro brano celebre, dalla comprensione sotto certi versi difficile, Mr. Tambourine. Il brano è considerato uno dei brani fondamentali della musica rock degli anni sessanta, ma più in particolare dell’ intera produzione dylaniana.

Tambourine nello slang newyorkese significava spacciatore di stupecenti, nello specifico marijuana. Da ciò emerge la considerazione di Dylan nei confronti di tutti coloro che cercano “conforto” e sollievo alle sofferenze umane nell’ uso di droghe.

 

I significati e le interpretazioni dei testi di Bob Dylan appaiono come qualcosa di criptato e misterioso. La critica ha provato a fornire diverse interpretazioni, a volte discordanti, di gran parte dei brani del celebre cantautore, ma chissà quanti altri messaggi si nascondono dietro le sue parole. In conclusione, Dylan sarà anche misterioso, “strano” per molti, neanche sarà stato presente all’assegnazione del Nobel, ma di sicuro sarà sempre presente nella storia della musica

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